string(418735) " ‎Bibbia Traduzione Letterale: Proverbi in Apple Books
Bibbia Traduzione Letterale: Proverbi Bibbia Traduzione Letterale: Proverbi
Bibbia, traduzione letterale

Bibbia Traduzione Letterale: Proverbi

La Bibbia come non la avete mai letta

    • € 1,99
    • € 1,99

Beschrijving uitgever

Caso quasi unico nella letteratura mondiale, la Bibbia non è mai riuscita a separare la fase della traduzione da quella dell’interpretazione. Probabilmente per l’ambiguità e per la mutabilità del contenuto, da sempre i traduttori hanno provveduto a inserire la loro interpretazione del testo spacciandola per autentica, non disturbandosi di riportare le proprie scelte interpretative, ma piuttosto aggiungendo note che allontanano ancora di più il significato dal testo originale: è caratteristica in ambito cristiano l’iniezione di contenuti del nuovo testamento o addirittura di speculazioni teologiche successive come lo spirito santo o le profezie. In questa opera, seguendo l'ispirazione di Mauro Biglino, provvediamo invece a tradurre la Bibbia letteralmente. La regola generale per i termini non standard è che, ove una parola ebraica è presente in una singola istanza, oppure in parti diverse con significati diversi, o ancora nel caso che una qualsiasi traduzione potrebbe introdurre nel lettore un bias indesiderato, la decisione è quella di lasciare la parola in un originale fonetico in forma analoga alla versione di BibleHub, per uniformità. Questo è il caso ad esempio di: ‘ĕ·lō·hîm, Yah·weh, Šad·day, ‘El·yō·wn, Rū·aḥ, Kā·ḇō·wḏ, Mal·’aḵ.

Le persone di nomi, aggettivi e verbi seguono scrupolosamente l’originale ebraico, anche riguardo termini controversi come ‘ĕ·lō·hîm, Šad·day, ’Êl, senza risolvere arbitrariamente le contraddizioni. Il genere degli articoli e aggettivi resi in ebraico viene associato al genere del termine ebraico, e non a quello di una delle traduzioni in italiano; questo può naturalmente portare a ulteriori discrepanze del testo rispetto le traduzioni clericali. Nel caso particolare di ‘ĕ·lō·hîm, quando preceduto da articolo determinativo, si è deciso di renderlo sempre come ‘gli ‘ĕ·lō·hîm’, anche quando il termine regge un verbo al singolare. La soluzione appare quasi altrettanto insoddisfacente quanto coniugare l’articolo col verbo, per usare l’aggettivo singolare solo con il verbo al singolare, es. ‘l’‘ĕ·lō·hîm’, e in tutti gli alti casi al plurale, es. gli ‘ĕ·lō·hîm’, ma riteniamo la forma uniforme decisa essere preferibile dal punto di vista della leggibilità e dell’obiettività.

I Proverbi presentano di nuovo una sequenza di discorsi, questa volta nella formula di insegnamenti mondani, piuttosto che di quella di implorazione ai potenti dei tempi antichi, come i Salmi.

Il testo si presenta come un lunga lista di versi spesso nella forma di coppie con ciò che contraddistingue, caratterizza e ottiene l’empio rispetto a quanto accade per il giusto. Il messaggio di questi piccoli e ripetitivi insegnamenti risulta nel complesso banale, quando non cade nell’arcano, spesso nemmeno risolto dalle traduzioni “creative”, ma che qui richiede un poco di maggiore pazienza con particolare riferimento ad alcuni termini polisemici che il traduttore canonico traduce in decine di modi diversi e che qui sono stati naturalmente lasciati con il singolo termine in ebraico fonetico. E per cui il lettore deve applicare un poco di creatività per coglierne un senso complessivo soggettivo, se mai ne abbia alcuno.

In generale si rileva come le traduzioni canoniche differiscano in modo radicale in migliaia di punti, qualche volta per cercare un senso assente, qualche altra volta per un evidente ghiribizzo di un traduttore, avendo forse preso la mano, quando anche l’Ebraico letterale ha un senso intellegibile. Sono troppe per poterle indicare qui, ma potete controllare autonomamente affiancando la lettura con una traduzione canonica, per un elemento di divertimento in questo quadro nel complesso piuttosto piatto.

Anche qui la parte del leone la fa il loquace Davide che inaugura la sequenza con un insieme di insegnamenti al figlio Salomone che questi, come si è visto nei capitoli dedicati, non ha seguito affatto; con riferimento particolare ai rapporti con donne straniere. Quest’ultimo a sua volta presenta la sua sequenza accanto ad autori minori.

Si dettaglia a Proverbi 3: 5 il principio, che porterà tanti danni nel futuro, per il quale non bisogna confidare nella propria comprensione, ma affidarsi al divino, presumibilmente mediato dai suoi intercessori umani! Sorprendente, quasi come se le due culture si fossero toccate, come il Buddha al contrario prescriva di far riferimento solo alla propria capacità di comprensione, quasi una risposta a Davide.

Brillante Proverbi 3: 30 quando dice di non litigare se qualcuno non ha fatto male. È ovvio che tutti litigano perché pensano che altri abbiano fatto qualcosa di male!

Si noti a Salmi 5: 10 come la preoccupazione manifestata riguardo sposare una donna straniera non pertiene la preoccupazione di essere introdotti a un ‘ĕ·lō·he straniero e così trascurare Yah·weh, come intimato precedentemente, ma molto più trivialmente il pericolo di perdere i propri averi con i parenti della moglie!

Dalle istruzioni a Proverbi 5: 20 sembra non possa ravvisarsi la presenza delle supposte istruzioni da una razza evoluta antica, come speculato dai paleoastronomi; sappiamo infatti già da tempo come accoppiarsi all'interno di un piccolo gruppo produca malattie genetiche, cosa che evidentemente era sconosciuta al tempo, tanto da preoccuparsi più di non disperdere i beni.

Sarebbe forse credibile Davide a Proverbi 6: 32, se lui stesso non si fosse reso autore di uno dei più spietati adulteri con Betsabea figlia di Eliàm, moglie di ‘Ū·rî·yāh l'Hittita, mandando addirittura a morte suo marito per carpirne la moglie.

Quello che segue a Proverbi 7: 10 sembra l'ambientazione di un romanzo erotico, per quanto con un brutto finale. Evidente il collegamento col Cantico. Colpisce l'analogia con un simile verso del Dhammapada del Buddha. Sembra che i problemi associati a sedurre donne impegnate fossero una fonte di forte preoccupazione in tutte le culture.
Proverbi 8: 35, 36 appare come un eco della parola del Cristo, per quanto qui sia la a sapienza a parlare, e semplicemente perché Gesù conosceva le scritture e le citava liberamente, per la delizia dei teologi che invertendo la questione vedono nella Bibbia i prodromi dall’avvento Cristico. Quasi che la battaglia di Guernica abbia dentro di se il quadro di Picasso.

Se non fossero bastati i libri precedenti a Proverbi 11: 31 si ricorda di nuovo come tutto si concluda qui sulla terra, tanto le ricompense dei giusti che le punizioni degli empi.

A Proverbi 13: 8 la premessa scritturale della tradizione Puritana, quando si dice che un uomo virtuoso è ricco mentre il povero non ascolta i rimproveri.

Invece a Proverbi 21: 3 si fa decisiva teologia stravolgendo quanto Yah·weh aveva detto e ripetuto numerose volte in tutto il Pentateuco e per cui “il soave profumo” di carne bruciata era di sommo interesse, altro che giustizia ed equità...!

A Proverbi 21: 16 ricompaiono i nostri amici rə·p̄ā·’îm, per quanto il traduttore clericale renda il termine, con assai poco creatività, come morti.
Proverbi 23: 25 è curioso. Si dice che gioirà padre, madre e chi lo ha generato. Forse si accenna alla pratica dell'utero in affitto?!

Poi a Proverbi 24: 17-18 siamo all'assoluta incoerenza, quando si dice che Yah·weh, che ha commissionato i peggiori stermini contro i nemici di Yiś·rā·’êl in tutto il Pentateuco, tanto da lamentarsi se non sono stati uccisi anche le donne e i bambini! si dispiacerebbe e solleverebbe la sua ira su chi si compiace della sventura del nemico. O, essendo noi stessi creativi, i Proverbi cominciano a subire la commistione con i quasi coevi discorsi del Buddha che portano quindi a vedere un’anticipazione del messaggio del Cristo, entrambi totalmente estranei al contenuto prevalente di questo testo, come si può facilmente verificare nei libri precedenti.

Davvero curioso Proverbi 28: 8. Si parla di qualcuno che pratica l'usura per dare i soldi ai poveri, una sorte di Robin Hood ante litteram.

In Proverbi 31, dopo un discorso sui pericoli di bere vino e bevande inebrianti, che sembra più in linea con i precetti del Buddha che con il testo precedente, a partire dalle stesse preferenze di Yah·weh per le bevande inebrianti, oltre che del fumo di grasso..., si presenta uno stravagante e irraggiungibile profilo di donna desiderabile come moglie.

Proverbi 31: 30 sembra aggiunto a posteriori per far rientrare Yah·weh dalla finestra, dopo una sequenza di indicazioni estremamente mondane.

GENRE
Religie en spiritualiteit
UITGEGEVEN
2017
6 november
TAAL
IT
Italiaans
LENGTE
83
Pagina's
UITGEVER
None
GROOTTE
9,8
MB

Meer boeken van Fabrizio Bartolomucci

Bibbia Traduzione Letterale: Rut Bibbia Traduzione Letterale: Rut
2017
Bibbia traduzione letterale: Genesi Bibbia traduzione letterale: Genesi
2017
Bibbia Traduzione Letterale: Deutoronomio Bibbia Traduzione Letterale: Deutoronomio
2017
Marco Marco
2023
Pizzo Marinella Pizzo Marinella
2020
Bibbia Traduzione Letterale: Sapienza Bibbia Traduzione Letterale: Sapienza
2020

Andere boeken in deze serie

Bibbia traduzione letterale: Ecclesiaste Bibbia traduzione letterale: Ecclesiaste
2017
Bibbia traduzione letterale: Cantico dei Cantici Bibbia traduzione letterale: Cantico dei Cantici
2017
Bibbia Traduzione Letterale: Sapienza Bibbia Traduzione Letterale: Sapienza
2020
Bibbia traduzione letterale: Siracide Bibbia traduzione letterale: Siracide
2017
Bibbia Traduzione Letterale: Isaia Bibbia Traduzione Letterale: Isaia
2017
Bibbia Traduzione Letterale: Geremia Bibbia Traduzione Letterale: Geremia
2018
"