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Bibbia Traduzione Letterale: Samuele 2 Bibbia Traduzione Letterale: Samuele 2
Bibbia, traduzione letterale

Bibbia Traduzione Letterale: Samuele 2

La Bibbia come non la avete mai letta

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Descrizione dell’editore

Caso quasi unico nella letteratura mondiale, la Bibbia non è mai riuscita a separare la fase della traduzione da quella dell’interpretazione. Probabilmente per l’ambiguità e per la mutabilità del contenuto, da sempre i traduttori hanno provveduto a inserire la loro interpretazione del testo spacciandola per autentica, non disturbandosi di riportare le proprie scelte interpretative, ma piuttosto aggiungendo note che allontanano ancora di più il significato dal testo originale: è caratteristica in ambito cristiano l’iniezione di contenuti del nuovo testamento o addirittura di speculazioni teologiche successive come lo spirito santo o le profezie. In questa opera, seguendo l'ispirazione di Mauro Biglino, provvediamo invece a tradurre la Bibbia letteralmente. La regola generale per i termini non standard è che, ove una parola ebraica è presente in una singola istanza, oppure in parti diverse con significati diversi, o ancora nel caso che una qualsiasi traduzione potrebbe introdurre nel lettore un bias indesiderato, la decisione è quella di lasciare la parola in un originale fonetico in forma analoga alla versione di BibleHub, per uniformità. Questo è il caso ad esempio di: ‘ĕ·lō·hîm, Yah·weh, Šad·day, ‘El·yō·wn, Rū·aḥ, Kā·ḇō·wḏ, Mal·’aḵ.

Le persone di nomi, aggettivi e verbi seguono scrupolosamente l’originale ebraico, anche riguardo termini controversi come ‘ĕ·lō·hîm, Šad·day, ’Êl, senza risolvere arbitrariamente le contraddizioni. Il genere degli articoli e aggettivi resi in ebraico viene associato al genere del termine ebraico, e non a quello di una delle traduzioni in italiano; questo può naturalmente portare a ulteriori discrepanze del testo rispetto le traduzioni clericali. Nel caso particolare di ‘ĕ·lō·hîm, quando preceduto da articolo determinativo, si è deciso di renderlo sempre come ‘gli ‘ĕ·lō·hîm’, anche quando il termine regge un verbo al singolare. La soluzione appare quasi altrettanto insoddisfacente quanto coniugare l’articolo col verbo, per usare l’aggettivo singolare solo con il verbo al singolare, es. ‘l’‘ĕ·lō·hîm’, e in tutti gli alti casi al plurale, es. gli ‘ĕ·lō·hîm’, ma riteniamo la forma uniforme decisa essere preferibile dal punto di vista della leggibilità e dell’obiettività.

Il quinto libro dei Profeti, 2 Samuele, continua l’epopea inquietante di Davide, mentre conduce le sue guerre più contro i suoi alleati per motivi personali, che con i nemici Filistei e loro alleati. Nel frattempo la presenza di Yah·weh si rende sempre più evanescente mentre i personaggi fanno riferimento a esso essenzialmente mediante nā·ḇî·îm che danno giudizi più sul piano del buon senso che in linea con i comportamenti e giudizi di Yah·weh, come descritti nel Pentateuco e nei primi libri dei Profeti: quali invocazione nei canti per i propri successi, e infine in forma superstiziosa di fronte a calamità che vengono combattute sulla base di sacrifici umani in uno stile evidentemente tribale. Anche i mal·‘ă·ḵîm non sono più le guardie di Yah·weh dei capitoli precedenti, ma prendono una forma più corrispondente alla teologia moderna, oltre a mantenere la loro forma di messaggeri, come in altri libri. Per il resto una storia umana, troppo umana, di omicidi efferati, spesso nemmeno giustificati e tra consanguinei o ex amici, incesti, concupiscenza maschile con uccisione del marito della concupita e quanto possa facilmente prendere parte a una storia Pulp contemporanea. 

Il resoconto dell’Amalecita a 2 Samuele 1: 9-10 è del tutto falso rispetto quanto ripotato nell’ultimo capitolo del libro precedente, dove si era detto essere stato il suo uomo d’armi ad averlo ucciso per non finire ucciso da non circoncisi. Assai probabile quindi che il tizio sia passato sul campo di battaglia e abbia depredato il corpo di Saul, per poi fuggire con questi quando gli Amaleciti sono stati massacrati da Davide; improbabile Davide scoprirà la menzogna, peraltro assai raffazzonata, ma vedremo.

Diciamo la menzogna non abbia portato molto bene all’Amalecita..., come si vede a 2 Samuele 1: 15-16. Praticamente finisce punito per un atto che ha solo millantato!

Su questo primo canto di Davide presentato a 2 Samuele 1: 18 vanno osservate due cose. La prima è l’ostinazione di Davide a sostenere Saul, anche dopo la sua morte, nonostante insistesse a volerlo uccidere e fosse suo nemico, ma questo ha già lasciato perplesso il lettore nel libro precedente; la seconda è di come sia evidente che il canto, chiamato del Giusto, sia uno di celebrazione di tipo strettamente militare, ma sono sicuro i clericali lo canteranno, intendendoci tutt’altro.

Veniamo lasciati a interrogarci, ad esempio a 2 Samuele 5: 23 , su quale sia la modalità con la quale Davide consulti Yah·weh, che peraltro gli fornisce fini consigli di strategia militare, non facendo riferimento né a sogni, né a visioni, né a responsi di nā·ḇî·îm, più o meno sotto effetto di droghe.

Di nuovo a 2 Samuele 6: 7 gli effetti nefasti dell’’ă·rō·wn degli ‘ĕ·lō·hîm. Scontando l’ira di Yah·weh che l’antico superstizioso mette a causa di ogni disastro, rimaniamo a domandarci cosa ci fosse in quell’oggetto. Infatti nessuna sostanza radioattiva riesce a fulminare così rapidamente chi si avvicini a lei, e se si trattasse di una batteria elettrica, poco si potrebbe spiegare l’insorgenza di tumori in altre occasioni. Si può forse quindi ipotizzare una combinazione tra i suoi dispositivi, magari i rottami di un motore a propulsione atomica come quelli degli attuali sottomarini.

Appare davvero interessante come il redattore si senta in dovere a 2 Samuele 6: 14 di documentare l’abbigliamento di Davide quando si avvicina all’’ă·rō·wn degli ‘ĕ·lō·hîm, quasi volesse intendere una procedura in qualche modo sopravvissuta insieme al manufatto.

E il redattore termina il capitolo a 2 Samuele 6: 23 con una sua bella dietrologia.

Curiosamente il redattore, che non lo faccia il babbeo Davide non è un caso, non batte un ciglio di fronte al fatto che Natan millanti per Yah·weh il fatto che abiti dentro l’‘ă·rō·wn a 2 Samuele 7: 5. A parte che dovrebbe essere piuttosto leggero per essere trasportato da un mulo, e che dovrebbe essere stato recluso dai Filistei quando l’‘ă·rō·wn era stata prelevata dal campo di battaglia, ma è decisamente la prima volta che viene indicata questa curiosa collocazione di Yah·weh.

Assai probabile che il brano a 2 Samuele 7: 12-16, quando, come sempre, preso da solo, sia valorizzato dai lettori clericali per leggerci la profezia dell’avvento di Gesù, una volta ovviamente stabilita la discendenza di Gesù da Davide, cosa che gli Evangelisti faranno doviziosamente. Così come farà loro effetto il ripetersi dell’‘aḏ ‘ō·w·lām che ricorda loro l’eternità ben consona con il messaggio mistico e l’accenno al fatto che Yah·weh sarà per lui padre.

Di nuovo a 2 Samuele 7: 23 ‘ĕ·lō·hîm compare con il verbo alla terza persona plurale hā·lə·ḵū (הָלְכֽוּ).

In effetti è difficile dare torto ai figli di Ammon a 2 Samuele 10: 3 quando sospettano che gli Israeliani vogliano solo informarsi sul loro territorio per continuare ad attaccarli con maggiore sicurezza.

Sempre si nota questa discrepanza tra i il popolo d’Israele e gli altri popoli contemporanei per quanto riguarda i comportamenti: come si vede di nuovo a 2 Samuele 10: 4 al contrario degli Israeliani, che si ostinano a compiere genocidi a ogni occasione che si offra loro, comportamento che fa dire agli esegeti che era tutto il mondo antico a essere crudele, gli altri popoli usavano innumerevoli altre misure meno violente per mostrare sfiducia. Ovviamente mal incogliendone viste le rappresaglie Israeliane, delle quale, tuttavia, non vedo come gloriarsi se si cerca la pace e la non violenza come sempre predicano i Papi, almeno quelli recenti.

C’è da notare a 2 Samuele 10: 5 come evidentemente fosse un obbligo non documentato portare la barba, visto che sarebbe stato assai più semplice radersi l’altra metà, piuttosto che aspettare ricresca la metà rasata.

Può essere esclusivamente il caso a 2 Samuele 10: 7 quello in cui i gib·bō·rîm scendono in campo con gli Israeliti piuttosto che contro di loro. C’è anche da dire come appaiono evidenti le intenzioni di Davide nei riguardi dei loro storici nemici, come appare posticcio che questi abbiano umiliato gli inviati di Davide e in virtù di questo, senza alcuna risposta da parte di Davide, decidano di scendere in battaglia. In questo libro va sempre ricordato che tutto viene descritto dal punto di vista di una sola parte.

Occorre leggere 2 Samuele 11: 3 alla luce del comandamento di non desiderare la moglie d’altri! In forma interessante il redattore, piuttosto che censurare il comportamento di Davide, si perita di osservare come lei non fosse più impura - dalle mestruazioni e quindi prevedibilmente fertile, cosa che evidentemente è della massima importanza, ben più di astratti principi etici.

2 Samuele 11: 7 appare curioso se si traduce consistentemente šā·lō·wm come pace, in quanto in quel caso si giungerebbe all’ossimoro della pace nella guerra. Questo termine non ve probabilmente quindi inteso come pace in modo moderno, quanto in successo in quello che si fa.

Evidentemente ‘Ū·rî·yāh aveva mangiato la foglia, come si vede a 2 Samuele 11: 9-11, rendendosi conto che se fosse tornato a casa sarebbe stato immediatamente ucciso da Davide; si noti anche come faccia riferimento a giacere con sua moglie per far intendere che non sia del tutto fesso.

Davide tenta di nuovo di liberarsi del marito cornuto a 2 Samuele 11: 13 facendo ubriacare il povero ‘Ū·rî·yāh auspicando di poterlo così sopraffare, ma evidentemente custodisce la sua saggezza pure da ubriaco e continua a tenersi lontano da casa sua!

Accecato dalla gelosia Davide decide di liberarsi definitivamente del marito cornuto ‘Ū·rî·yāh a 2 Samuele 11: 14, chiedendo a Ioab suo signore di mandarlo in prima linea al fronte da solo per farlo uccidere dal nemico.

A differenza di quanto riportano le traduzioni clericali, Ioab prova piuttosto a salvare ‘Ū·rî·yāh come si legge a 2 Samuele 11: 16 purtroppo, come si vedrà, invano, mettendolo insieme a uomini valorosi.

E Ioab si avvantaggia immediatamente della cosa a 2 Samuele 11: 21 per salvarsi dall’ira di di Davide di fronte alla sua scorretta condotta di guerra.

La ripetizione nell’ultima parte del paragrafo 2 Samuele 11: 22 non è presente nel testo ebraico e quindi nemmeno nella versione evangelica.

E Davide, una volta saputo che il marito cornuto ‘Ū·rî·yāh è morto, fa lo splendido a 2 Samuele 11: 25, mostrando un’ipocrita magnanimità, a cui naturalmente non crede nessuno.

Potremmo dire con 2 Samuele 11: 27:”Meglio tardi che mai!”.

Come si vede a 2 Samuele 12: 5-6, Davide non appare nemmeno tanto sveglio, oppure non ha capito perché Natan ha trascurato di dire nella sua storia che il ricco non solo ha rubato l’agnello al povero, ma lo ha pure ucciso!

E i nā·ḇî·îm cominciano a 2 Samuele 12: 11-12 a pronunciarsi mediante maledizioni, senza peritarsi di accanirsi su un bambino innocente per la colpa del padre, che per il resto se la passa benissimo, nonostante le maledizioni.

Possibile che i clericali interpretino 2 Samuele 12: 14 come il segno del perdono del Signore.

2 Samuele 12: 15 è un tipico passo che rassicura sul fatto che Yah·weh non sia il Dio venerato dalle genti. Cosa dire infatti di qualcuno che, per punire un uomo che seduce una donna uccidendo suo marito, uccide il bambino nato da tale unione? Come al solito è tuttavia ben più probabile che Natan abbia notato quanto fosse cagionevole il bambino è abbia potuto quindi fare la sua facile suggestiva previsione, del resto non essendo la sopravvivenza natale a quel tempo certamente brillante.

Appare a 2 Samuele 13: 2 come l’incesto fosse lecito, purché la sorella non fosse ḇə·ṯū·lāh.

Forse la dichiarazione di Tamar a 2 Samuele 13: 13 è stata fatta per perdere tempo, ma come si vedrà in seguito Davide si guarda bene dall'indignarsi per la cosa, e quindi l'esito non sarebbe cambiato molto.

Forse a 2 Samuele 13: 15 nasce il detto: "Musica e Magia", nel senso di trombare e sparire… per quanto nella Bibbia si esagera sempre e lo stupratore invece di fuggire, scaccia la vittima.

Il segmento a 2 Samuele 13: 21 è del tutto posticcio nella versione Cattolica, essendo assente nell'originale ebraico e quindi nelle versioni evangeliche. E francamente non se ne vede il senso, se non per giustificare in qualche modo la cospicua indifferenza di Davide, che tuttavia, come abbiamo già visto, aveva fatto di peggio per assecondare il suo desiderio sessuale, ovviamente se si considera l'omicidio peggiore dello stupro, cosa non da tutti condivisa. In breve diciamo che tra padre e figlio ci fosse una vivace competizione e davvero lascia perplessi l'ostinazione degli Evangelisti nel far discendere Gesù da questa turma di manigoldi.

Alto elemento posticcio a 2 Samuele 13: 27.

Un nuovo elemento posticcio anche a 2 Samuele 13: 34.

Immagino che il brano a 2 Samuele 14: 30 sia interpretato alla luce dello sforzo necessario per ottenere la grazia, per quanto sia segno di relativismo etico e più specificatamente di un atto di estorsione.

E questo incredibile libro diabolico introduce al mondo anche il populismo fascista a 2 Samuele 15: 4: è infatti chiaro come anche il giudice più impaziale non potrebbe dare ragione a tutti, senza nemmeno udire le loro ragioni, ma chiedendo solo la provenienza.

Sembra che uno degli usi principali che si fa di Yah·weh - sempre a proposito del famoso precetto un poco posticcio di non nominare il nome di Dio invano - sia per perpetrare inganni, come si vede anche a 2 Samuele 15: 7. Una curiosità sul numero di anni in cui Assalone si è preparato per il colpo di stato fascista: il testo ebraico indica effettivamente quarant'anni - ’ar·bā·‘îm (אַרְבָּעִ֣ים) - che in effetti sembra tanto: i traduttori clericali come al solito ignorano il problema e rendono come quattro.

Invece re così vigliacchi come Davide a 2 Samuele 15: 14 non se ne vedono molti nella storia. In realtà tutta questa storia è più  bizzarra del resto, in quanto non si capisce come in quaranta, o anche quattro, anni, Davide non si sia reso conto che Assalone gli stesse facendo le scarpe, tanto da lasciarlo andare tranquillamente a raccogliere le sue truppe per marciare su di lui, salvo a quel punto darsela a gambe! Ovviamente il sionista valorizzerà piuttosto la volontà di non far combattere popoli Israeliani tra di loro, come si è visto con Saul, aspettando piuttosto che l'altro soccomba da solo, confidando che la credenza nel sostegno di Yah·weh tenga insieme il popolo ad aspettare che ciò avvenga.

Come si vede a 2 Samuele 15: 35-36 Davide confida in Yah·weh, ma nondimeno manda spie per minare il potere dell'usurpatore.

E si vede infatti a 2 Samuele 17: 8 e sgg. come non sia Yah·weh a venire in soccorso di Davide, quanto le spie che aveva approntato, con la loro controinformazione.

Cusai commette anche un errore a 2 Samuele 17: 12 contraddicendo il piano di uccidere solo Davide, ma Assalonne non coglie l'indizio.

A 2 Samuele 17: 13 Cusai si allarga: non si vede infatti come si potrebbe trascinare le mura di una città con delle corde, ma Assalonne continua ad abboccare come un pesce.

Anche il redattore si rende conto del problema e chiosa a 2 Samuele 17: 14 arrogando persino il perfido inganno di Cusai al volere di Yah·weh.

E Davide, come aveva fatto con poca fortuna con Saul, tenta di nuovo a 2 Samuele 18: 5 a salvare il figlio ribelle fregandosene di mandare a morire il resto del popolo.

Veniamo lasciati a interrogarci a 2 Samuele 18: 8 su come una foresta possa divorare la gente…!

Si comprende a 2 Samuele 18: 29 la ragione della fretta di Achimaàz nel volere andare per primo da Davide, non certo per potare la notizia della morte di Assalonne, ma per dissociarsi da essa e passare il cerino ad altri, ben conscio della paranoia violenta di Davide.

Il verso 2 Samuele 19: 1 è del tutto assente dall'originale ebraico e quindi dai testi non cattolici.

Diciamo a 2 Samuele 19: 6-9 che l'arroganza eccessiva di Davide gli fa perdere il potere assoluto, forse segnando il punto della civiltà in cui si è smesso di seguire il re a prescindere da tutto, facendo emergere un briciolo di democrazia.

Il testo finale di 2 Samuele 19: 12 appare all'inizio del verso nel testo cattolico.

2 Samuele 19:14 presenta un aspetto interessante conseguente all'attribuzione polisemica del termine ta·ḥaṯ (תַּ֥חַת) a cui si attribuisce il senso tanto di "al posto di" che di "sotto". Ovviamente il primo senso significherebbe che Davide si fosse vendicato su Ioab per la sua insubordinazione, il secondo invece che desideri ricompensarlo affidandogli un fedele collaboratore. Le traduzione clericali propendono per la prima accezione, qui invece si traduce con il senso più comune.

Una nuova bella storia splatter a 2 Samuele 20: 10 che ricorda tanto i film di Hannibal the Cannibal.

Ovviamente in 2 Samuele 20: 16 la donna è definita saggia in quanto traditrice a favore di Davide.

Ancora testimonanze a 2 Samuele 21: 9 di sacrifici umani, per quanto indiretti, per mutare le condizioni metorologiche.

2 Samuele 21: 17 è misterioso. Abissai salva la vita a Davide e per ricompensa i suoi uomini giurano di escluderlo dalla battaglia per tema di spegnere la luce di Yiś·rā·’êl, quasliasi cosa essa sia. Si danno due sole intepretazioni: o non hanno capito nulla, oppure si sono doluti del fatto che Davide non sia stato ucciso.

Curiosamente Golia il Gattita sembra essere ucciso una seconda volta a 2 Samuele 21: 29. I traduttori clericali sanano truffaldinamente  l'anomalia introducendo un "fratello" assolutamente assente dal testo ebraico.

Compare a 2 Samuele 21: 20 il grande individuo figlio di Rā·p̄āh con sei dita per mano e piede che ha dato luogo alle varie elucubrazioni dgli astroarcheologi.

Quanto segue nel canto da 2 Samuele 22: 8 è la celebrazione della pioggia finalmente caduta dopo il massacro dei figli di Saul che certo troppo non gli sarà dispiaciuto; simili canti venivano rivolti dalle altre culture primitive con tempo variabile e che non conoscevano la meteorologia, come a Zeus dell'Olimpo.

A 2 Samuele 22: 35 probabilmente terminano le letture clericali del canto…

Da 2 Samuele 23: 8 una lunghissimo resoconto di personaggi e delle loro prodezze contro i nemici di Yiś·rā·’êl, per la maggior parte qui introdotti per la prima volta, forse facendo riferimento a brani ora persi.

Diciamo a 2 Samuele 24: 1 il redattore la prenda larga associando l'ira di Yah·weh ad un censimento!

Curioso a 2 Samuele 24: 8 come Davide abbia compiuto le imprese più scellerate senza battere ciglio e poi si sente in colpa per un censimento. Immagino gli Esageti a giustificare la cosa in luce della superbia di Davide nell'aver voluto misurare la potenza di Yah·weh, o altri addirittura a spingersi al censimento di Erode al tempo di Gesù, quasi Davide ne sconti la colpa in anticipo!

Ovviamente il tutto è costruito a posteriori da 2 Samuele 24: 25. Venuta la peste e poi passata in coincidenza della costruzione dell'altare e allora si è ricostruito il peccato a posteriori per dare il senso al tutto, e anche da mangiare agli esegeti successivi.

GENERE
Religione e spiritualità
PUBBLICATO
2017
16 settembre
LINGUA
IT
Italiano
PAGINE
60
EDITORE
None
DIMENSIONE
10
MB

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